1975 – S Candido – Bolzano – Trentino Alto Adige

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Il borgo risale all’abazzia benedettina qui fondata nel 769 dal duca bajuvaro Tassilone III‘ per evangelizzare gli slavi insediatisi in questa regione e per dissodare la terra con contadini bajuvari. San Candido passò nei secoli seguenti sotto i poteri spirituali e temperali di Frisinga, Bressanone, Gorizia e del Tirolo. Quando nel 1918 l’Italia volle la frontiera allo spartiacque, la vallata del’Ato Drava con San Candido rimase austriaca, e solo dopo il trattato di pace, il 24/9/1919, fu incorporata nell’allora Regno d’Italia

1971 – San Candido – BZ, Italia

dolomiti Dolomiti

S.Candido – Innichem – m.1175

Il borgo di San Candido, centro religioso dell’Alta Pusteria, si è sviluppato attorno al monastero fondato dal duca Tassilone III di Baviera nel 769 e costruito durante la reggenza del vescovo Arbeo di Frisinga per contrastare gli slavi, allora ancora pagani. Per secoli la dipendenza dal punto di vista ecclesiastico rimase alla diocesi di Frisinga (San Corbiniano), la più antica della Baviera. Gli antichi legami con Frisinga hanno portato nel 2007 a stabilire un gemellaggio tra le due località.[4]

Intorno alla metà del XIV secolo il tentativo di fare del paese un centro commerciale lungo la via per il Cadore e la Carinzia fu contrastato dai conti di Gorizia, che non vollero che si creassero rivalità economiche con la vicina Lienz. San Candido rimase così soprattutto un centro religioso, gravitante attorno alla Collegiata, che nei secoli ha attratto migliaia di pellegrini. Il centro storico è quindi caratterizzato da numerosi luoghi di culto, oltre che da case signorili del XVIII e XIX secolo.[4]

Nella spartizione, nel 1918, del Tirolo fra Austria e Italia, San Candido sarebbe teoricamente dovuto rimanere all’Austria, trovandosi al di là dello spartiacque alpino ma per ragioni militari fu assegnato all’Italia e vi furono costruite due grandi caserme: la Cantore e la Druso, la prima ancora affidata al 6º Reggimento Alpini.

La presenza del confine nella frazione di Prato alla Drava determinò anche la presenza di una nutrita schiera di funzionari italiani: Guardia alla Frontiera (oggi non più esistente), polizia di frontiera, uffici doganali, una stazione di Carabinieri, un Commissariato di Pubblica Sicurezza e una sezione della Guardia di Finanza.

San Candido ha costituito per anni il capolinea della linea ferroviaria che risaliva da Fortezza, mentre i sei chilometri di linea fino al confine, pur trovandosi in territorio italiano, erano gestiti dalle ferrovie austriache. Fino a che vi è stato un rigido controllo doganale, era caratteristica la presenza di treni-corridoio che univano Lienz, nel Tirolo orientale, con Innsbruck, capoluogo del Tirolo settentrionale.[5]

A febbraio 2011 si è verificato un’azione contro il direttore del museo Dolomythos, in quanto accusato di possedere illegittimamente materiale paleontologico.[6][7]